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della provincia, il dire che a questa festa si veggono tre carrozze. Ei dice di avere vedute due dame vestite pomposamente, ed osservato che le altre portavano abiti da ballo. È probabile che tutte queste sue dame fossero cameriere, perchè in quel dì le dame vanno alla messa, e poi restano in casa per non mettersi nella folla. È poi falso che i Trentini credano essere questa solennità una gran maraviglia; e falsissimo che i cittadini si abbassino a fare i giocolieri per carpire denari onde torsi in quel dì una pasciuta. Nota egli esservi gran movimento e trambusto a questa festa; gl’Italiani sono vivaci, manca loro una certa gravità, ci vuole pazienza; ma ei guardossi bene dall’osservare che tutto passa con ordine e fratellanza. Egli si è divertito a vedere i buffoni e ad udire il ciarlatano, gente di cui è feconda sola la incolta Italia! Piaciono ancora a noi i sali e le lepidezze di costoro. E doniam loro qualche moneta, perchè non ci dicono ingiurie, e non insultano ai nostri sacerdoti, come quelli che ci vendono care le loro maldicenze.

Insegna. L’aquila semplice colle ali distese, che vedesi in varj luoghi della città scolpita o dipinta, è l’insegna di Trento. Una volta