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all’onore, al divertimento, i più furono presti a metter mano alla borsa e a versarne ragguardevoli somme. Ci è ancora il vetus fermentum, che noi diciamo vecchiume, quel volere e non volere; quel timore di spendere troppo e senza bisogno, di fare o spendere per altri, quella ripugnanza per ciò che è nuovo, derivante da paura di allontanarsi troppo dall’antico, l’abitudine all’indolenza, il sospetto di vedersi non curato, le massime della sociabilità e della fratellanza non ancora bene conosciute e depurate dagli antichi pregiudizj. Siamo però arrivati a tal punto che fa molto sperare. Già l’abbiam detto: si lascia fare, e si vuol criticare; ma poi si paga, per non restare escluso, come avaro ed insociale, dall’onore e dal divertimento.

Per ciò che spetta ai costumi propriamente detti, cioè alla moralità e religiosità della gente, evvi gran disputa se noi abbiamo deteriorato o se noi siamo divenuti migliori. Ci è chi sostiene che migliorammo notabilmente; ma taluni, i quali credonsi in dovere di essere laudatores temporis actis, dicono incessantemente che i nostri vecchi erano più morigerati, più buoni di noi, corrotti dal secolo guasto per li suoi rivolgimenti; e se ei sanno