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e li dessero a lavorare ai nostri artisti. Ma non è si bello, nè si ben fatto, nè tanto lodato! Ora no, ma presto sì. Abbiamo eccellenti fabbri, chiavaj, legnajuoli, ec., ec., perchè la moda non è ancora introdotta di comperare i catenacci, i saliscendi, le seggiole e i tavolini dagli esteri.
Alle belle arti si dedicano pochi, perchè lo studio è lungo ed il paese non potrebbe dare occupazione e premio bastante ad uomini distinti. Qualche giovine, che vi è portato dal genio, cerca di fare fortuna in città più popolose e più ricche; parleremo di alcuni valenti in altro luogo.
Essendovi, come si disse, in Trento ed anche nella vicina Rovereto, artigiani eccellenti, l’interno delle case, non solo de’ signori, ma di tutti i non poveri, è provveduto di mobili eleganti da non invidiarne alcun’altra città. Anzi pare ad alcuni che in questo, come in più altri comodi, i meno agiati pecchino per troppo lusso; di che fa lagnanze l’egregio ab. Turatti ne’ suoi belli opuscoli: El mondo dal cul en su, e: El mondo en maschera; da lui dettati con felicità e scorrevolezza di verso in dialetto roveretano.
Amasi anche in Trento di mangiar bene,