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554 | Trento. |
in altra del Mantovano, e ciò provien da’ Confini, che hanno, e dal Commercio; senza però usar Bestemmie, ò oscenità, almen Respective. [Rendenesi, quali nel far Regola.] Nel far le loro Regole di governo, ò Riduttioni publiche sono risoluti, essatti, e molto à segno: se non che, chiudendosi per lo più la Regola con Commensal Conversatione, in ciò si sregola facilmente. All’incontro guardinghi, e gelosi di lor ragione, più hanno fatti, che parole in sostenerla; tenaci di proposito non men nell’ingiurie. S’applicano diversi à scolpir’ in Legno con tal maestria, che si son fatti conoscere appresso Prencipi. Molti non poco riescono nella Caccia, & alcuni in Lettere anco, e Arme son riusciti. Non viddi in Rendena Vecchi di gran qualità, com’haverei creduto à quel Clima: ma osta, crederei, ò la troppo assidua fatica; ò l’aria fuor di Paese; ò il gran Vino, che s’usa tutto del meglio, perche condotto.
[Rendenesi come chiamati dal Pincio.] Scrive Pincio, esser’i Rendenesi Gente essosa, ne sò perche: se non volesse intendere di quelli, che diedero morte à S. Vigilio con modo così barbaro, e spietato, come si sà, attribuendosi tal fatto à quei di Mortaso. E pur'è vero, che Costoro sù l’essempio de’ Tiranni, e Tormentatori nella primitiva Chiesa acciecati dal Diavolo credevano far sacrificio à DIO co’l vendicar l’oltraggio de’ loro Idoli, come à punto di Saturno in Val Rendena. Così, se senza il ferro de’ Tiranni, non si sarian potute mieter tante gloriose Palme di Martirio;