Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
496 | Trento. |
[Tempo di Caccia, quale.] extrema gaudij luctus occupat. Torniamo à Caccia: questa per Quadrupedi regna in particolare l’Aprile, & il Novembre, mesi trà tutti li più proprij & che perciò da gli Antichi vennero consecrati à Diana. La Caccia in aria di rapina con Sparvieri, Astorri, e Falconi non s’usa hoggi à Trento; e ne men con Cani Levrieri à Corsa, forsi perche il Paese non lo dà trà Monti, come in Pianura aperta, dove tanto d’aria, che di terra tali Caccie à chi piace, son le più belle. Trà tutte à mio giudicio, è nobile per terra la Caccia del Cervo, e per aria quella de gli Aeroni, come segue nell’inferior Austria, dove s’essercitano à gara i Prencipi, e le stesse Maestà Cesaree.
[Uso della Caccia come antico, nobile, & utile.] L’uso della Caccia è antichissimo, e si può dir coetaneo co’l Mondo stesso, venendo fin’al tempo di Cain ucciso da Lamech, che lo tolse per una Fiera, come si cava dalla Genesi. Egli è un Essercitio il più nobile, e proprio per Prencipi; mentre, oltre la Preda, & il Passatempo, acuisce loro con il vigor del Corpo quello dell’animo, e insegna colpi, e stratagemmi da usar’ in Guerra, come nota Senofonte. Hoggi giorno la Caccia è generale nel Mondo; avvenga che, doppo la Tirannide venuta del Meum, & Tuum, hormai in ogni tempo, Mestiero, e Stato si và in traccia, & si vive di Caccia; ogn’uno cercando farsi proprio quel, ch’è d’altrui.
E quì, finendo tutto il descritto di Città, principiarà il Ristretto del Vescovato di Trento.