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492 | Trento. |
soli Passeggieri, ò altri, che ardiscano entrar nel Campo; facendosi pagar’ un Traiero, moneta di cinque soldi per ciascun Graspo senz’altra replica, ò remissione; uccidendo anche tal’hor le Persone, che doppo pasciute d’Uva, vogliano per avventura pagar di piede, ò far testa.
[Uve come guardate nel Trentino, e in Val di Lagaro.] Hor nel Trentino, rispettivamente parlando, non milita in ciò penalità: ma più tosto indulgenza; e li Saltari, ò Custodi (quando essi per se non habbiano troppo lũghe le mani) ben lungi con altri d’esser Arghi, serran’ un occhio; come si fà non meno in Val di Lagaro, dove, tutto che vengano Vignali di conto, tanto è lontano, che si vieti al Passeggiere l’entrar ne’ Campi, che anzi colto sopra luoco à gustar’ Uve non ben buone, il Patrone stesso lo indrizza, dove siano le migliori. Nel vero, quando non sia più che indiscreta la mano Passeggiera in coglier Frutti, ella è una grande indiscretezza, anzi empietà di que’ Rustici Saltari, che osano abbreviar la mano dell’Universal Providenza, e nõ temono fino per un Graspo di Vite privar di Vita.
[Segni quali di buona Vindemia.] Quest’anno 1672. non ostante, che l’Uve fossero assalite nel principio da gran siccità, e sorprese in fine da gran pioggie, la Vindemia di Trento aperta li 5. Ottobre riuscì copiosa, e stagionata notabilmente. Segno commune di buona Vindemia è il non piovere nel mentre fioriscon l’Uve, e far bello in particolar’ il giorno di S. Vito 15. Giugno: il che per osservanza de’ Contadini. Gli Egitij per simbolo di buona Vindemia figu-