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Trento. 491

[Cosa notabile de’ Botari in Trento.] si vede la Città popolata di Cerchij, e Boti, che si vanno allestendo da’ Botari, particolarmente Tedeschi chiamati Binter, quali tre ordinariamente per ciascuna Bote battendo à misura di colpi in sesquialtera fanno tutto ’l dì una Musica di strepito, e stordimento. Che se Pitagora in Samio prese il tempo di Musica da’ Fabri, se fosse stato à Trento l’haveria potuto togliere da questi Binter. In Ottobre poi, e parte di Novembre, che durano le Vindemie si vede per Città una frequenza continua di Carri, che conducono Uve, ò Vino, & una folla d’Huomini Portatori, durando trà il far, e collocar i Vini tutto Decembre; e con i Torchij, & Acque Vite fin’ à Febraro.

[Vindemie di Trento quando s’aprano, e come.] Le Vindemie di Trento s’aprono per il più al Santo Michele differendosi tal’anno, ò anticipandosi, secondo l’opportunità, e maturanza; Sopra di che segue Publico Aggiunto Consiglio del Magistrato; essendo questo uno de’ primi affari publici d’Annona, & che fà il Nervo della Città.

[Rigor inessorabile in custodir l’Uve dove si prattichi.] Dura il cogliersi l’Uve più, ò meno, secondo i siti. E come à torno la Città tutti e Colli, e Costiere si vedono coperti di Vignali: così le Vindemie riescono d’ordinario ample, e son liberali; mentre non si guardan l’Uve con rigor, e Rusticità, che si fà in altri Luoghi dell’Alpi Retie, dove, oltre le Siepi, impenetrabili, stanno dì, e notte in aguato, ò dietro le Siepi, ò sopra Pinnacoli di Legno i Villani, e Saltari armati di Fusti, e Ferri, che ad un toccar di Corno sono di repente ados-