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490 | Trento. |
in odio la Civetta, per causa, che l’Ova di quest’Uccello mangiate fanno nausear’ il Vino.
Li Trionfi poi di Bacco, tanto celebri, à parlar misticamente, tutti si riportorono sù’l calor della Triplice Lega, cioè Cerere, Bacco, e Venere. Lega reciproca indissolubile così, che se Cerere, e Bacco puon far senza Venere: Sine Cerere, & Bacco friget Venus.
[Norme d’usar’ il Vino] Del resto, quanto all’Uso commune di pratticar il Vino, senza qui metter’ in disputa li Stoici con i Peripatetici, li Medici con i Moralisti, si può risolver: Il Vino, che si beve voler essere generoso, e mero: ma moderato, e preso à Dosa di bisogno: non di lusso, & à suo tempo: non senza misurar con la Complessione anca l’Età. Per altro, non osservandosi questa norma, e dandosi nell’eccesso, se il Vino infiamma le Viscere, manda humor soverchio à’ Piedi, ò fà far delle sue al Capo, bisogna dirla con Catone, che:
Nullum crimen Vini est: sed culpa bibentis.
[Abuso del Vino, e suoi effetti.] Che se nel Vino, al dir dell’Apostolo, stà la lussuria, questa vien pure dall’eccesso di chi beve, scrivendo perciò lo stesso Apostolo: Nolite inebriari Vino, in quo est luxuria. [Detto notabile.] Conchiuderò co’l detto del celebre Dottor Fisico Cavalier Benedetto Silvatico, che se in piè uniti due VV cioè Vino, e Venere, indican Vita, rivolti fanno ΛΛ che vuol dir Morte. Così s’avvera il Verso:
Pharmaca Vina, Venus: Toxica Vina, Venus.
E per passar da’ Vini alle Trentine Vindemie, dirò prima, che à Trento in Agosto, e Settembre,