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462 | Trento. |
dovisiprocessionalmente dal Clero, e Popolo, co’l intervento del Magistrato Consolare della Città, che vi fà cantar Messa; Come fà parimente infra l’anno la Casa di DIO. Oltre la Chiesa, vi stà l’Habitatione per l’Heremita, che vi soggiorna, e vi fà buona vita, godendo assai commodo trà quel Colle, che non è sterile, ne deserto, per la vicinanza di Città, e divotione de’ Contorni.
[Anacoreti, e loro antichità.] Veramente la vita Heremitica con essere la più dolce, riesce degna sì per la gran libertà, che seco porta; come per l’occasione prossima di servir DIO in sequestro del Mondo: quando però gli Heremiti non siano di que’ Sarabaiti, che incorrono la maledittione di S. Benedetto, e che convertendo la libertà in libertinaggio solo portano l’habito per coprire le lor passioni. L’Instituto Anacoretico è antichissimo venendo da S. Paolo Heremita primo; anzi da S. Gio: Giovanni Giovanni Battista il Prencipe de gli Anacoreti; non mancando chi lo deduce dal Profeta Helia. [Cosa notabile di certi Heremiti nella China.] Nel Regno della China trovo essere anche più antico, mentre leggo nell’Atlante del P. Martini, come sù’l Monte Quanlieù presso la Città di Nancang fin da’ primi tempi è in essere un tal nome. Che però al dir di quest’Autore, stanno sopra detto Monte tanti Heremiti, quanti sono giorni nell’anno, e tutti vivono appartati ciascuno nelle loro Celle. Fanno astinenze, e Macerationi di corpo incredibili, e per il vitto calano ciascuno dal Monte una Fune à Passeggieri, gridando Limosina. Sono però Schiavi, anzi Martiri del Diavolo Costoro, non