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Trento. 447

altro, acciò che Trento non venisse ad essere fuor di Trento.

[Prato dell’Abbatia notabile.] Da Dos Trent, oltre l’Adice s’apre il Prato dell’Abbatia, ò Prepositura, sito, che con essere di suolo il più pingue, è amenissimo sì per aria, e positura, come per prospettiva in tutto aggradevole, verso massime il Ponte S. Lorenzo; godendosi anche, oltre la vista, i riflessi d’un Echo, che risponde dall’altra parte per bocca di Dos Trent, & altri Cengij. Serve perciò un tal Prato di nobil Passeggio, e ritirata per i Studiosi à segno, ch’io lo direi un Campo Peripatetico.

[Fiume Adice come detto ameno.] Oltre l’amenità del sito si gode singolarmente quella dell’Adice, Fiume, che à punto da Virgilio vien detto "ameno"; e quì, già che fà certamente la più bella vista di corso, & amenità, doverei descriverlo à pieno, come una delle cose di Trento le più notabili: ma bastandomi haverlo toccato nella scaturiggine, navigatione, & altri effetti, mi riporto nel resto alla Descrittione poetica stampata del Dottor di Collegio Bernardin Bomporto nel suo Epitalamio intitolato: L’Adice Messaggier Gigante. Approdano à questo Prato le Rati, ò Zatte, che vengono da Brongiolo; così che, doppo haver rinfrescato à Trento i Zattieri, proseguono di dirittivo à Sacco; indi à Verona.

[Lazaretto publico.] Servì il Prato dell’Abbatia di publico Lazaretto l’anno 1630. all’hor che in Trento, come nelle Città d’ltalia essercitò Libitina le sue furie di falce à punto come in un gran Prato d’herba, già che al dir d’Isaia: Omnis caro fœnum et omnis gloria eius