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444 Trento

[Medaglie rare.] Metallo Corintio, Rame, e Piombo, per lo più antiche, e originali. Essendovene, come viddi, di Giano Bifronte, tenuto per Noè; di Tascicolo, e di Marcello Romani Consoli; di Tolomeo Rè d’Egitto; di Giulio Cesare; di Nerone, di Galba; di Caligola; di Nerva; di Vitellio; di Domitiano; di Traiano, di Vespasiano; di Tito; di Lucio Vero; di Marc’Aurelio; e di tanti altri Imperatori, Prencipi, & Heroi, che hanno nome: [Medaglia, ò Navetta di Davide.] Oltre poi varie Medaglie, e Monete, che son’ incognite, e stravaganti, tutte antiche sì Latine, come Greche, & Hebraiche; e trà queste una creduta Navetta del Rè Davide, che hà gran Virtù. Ne ve ne mancano ancora di più moderne trà l’altre di Massimigliano I. di Carlo V. & un Medaglione à rilievo del Cardinal Bernardo Clesio, Vescovo di Trento.

[Moneta onde detta.] Moneta dicesi da ammonire, perche ci avverte co’l’impronto, co’l peso, co’l tempo, e co’l motto, come trà queste furon quelle d’Ottaviano Augusto che, per un Delfino ad un’Anchora, esprimevano: Festina lente. Si fabricavano anticamente danari di Cuoio, e di legno; come pur di ferro se ne vidde appresso quei di Bizantio, al dir di Celio Rodigino.

[Danaro, e sua Etimologia.] Danaro dicesi in latino Nummus così derivato da Numa; ò secondo altri da Numisma, che vuol dir cosa introdotta dalle Leggi in vece della permutatione, che regnò prima, si trovasse il Danaro, come scrive Enea Vico Parmegiano; qual di più soggiunge, che Nummus si denomma da Nimos in greco, che vuol dir Fluxit, perche veramente i Danari spendendosi scorrono, anzi scampano.

I Danari di Cuoio hebbero per primo impro-