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Trento. 399

Medici sù l’Aforismo d’Hippocrate: A Tuberculi intùs ruptione vomitus, singultus, & exsolutio. Così restando sopite le varie voci, e querimonie sparse trà ’l volgo, per un tal Caso, che quanto più inopinato, fù amarissimo.

[Ordini di Sede Vacante.] In tanto dal Reverendissimo Capitolo, come Successor del Vescovo, preso il possesso del gemino Dominio, si crearono al solito due Amministratori, che furono, per il Temporale il fù Canonico Decano Gioseppe Guelfi con il Canonico Archidiacono Sigismondo Alfonso di Thunn, hoggi Vescovo Prencipe, e per il Spirituale, il Canonico Vicario Generale Gioseppe Vittorio Alberti, fù poi Archidiacono, & hora Decano.

[Machina di Catafalco notabile.] Riposto poi co’l dovuto honore il Cadavere nella Capella di S. Sebastiano di Castello, ivi si tenne sette giorni continui, fin che furono allestiti li Funerali. Si eresse in Duomo per ordine Capitolare sontuoso Catafalco di Piramide quadrata di molta altezza, à cui assistevano sopra Piedestalli quattro Statue figuranti le Virtù principali, e famigliari del Prencipe.

La prima era la Misericordia armata di scudo co’l motto: Ab Infantia crevit mecum miseratio, & de utero Matris meae egressa est. Iob. cap. 21. E nel Piedestallo si leggeva:

Confluite Populi, lacrymis Urnam implete,
Hoc oculis Princeps amantissimus exigit Vectigal.
Restituite suspiria, quae vestris commoduvit miserijs;
Pauperum mensis per Aquilus Madrutius non rupuit panem: sed dedit.