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perdono, e compensar’ una somma Sceleraggine con una somma pietà; e à i detti corrispose l’intentione.

[Rustici chiamati dalla Giustitia di Trento, e come.] Per appagar poi la Giustitia sù l’ordine in particolare del Rè Ferdinando, qual volle, che, s’era stata scandalosa la colpa, fosse essemplare la pena, si chiamorono per il dì 4. Ottobre 1525. con publico Bando i Rustici nel distretto di Città, e questi comparsi in gran moltitudine armata, tosto hehbero cenno di depor l’Armi; il che essequito, si separorono dall’altra turba i Capi di Seditione con i più facinorosi, e tutti si circondorono dalle Guardie, rivolgendosi anche contro di essi l’Artiglieria.

[Oratione di Francesco Castel’alto.] All’hora il Castell’alto sù gli occhi de’ publici Rappresentanti di Città, Capi di Guerra, e altri Primati, parlò altamente sù i passati moti in cotal guisa: Se mai in alcun tempo, Soldati fortissimi, questa Città si vidde ridotta ell’estremo pericolo, ciò fù nell’ultimo tumulto. S’è combattuto fuori co’ l’infesta Turba de’ nostri Rustici. Voi vedeste assediarsi i Passi, occuparsi i Monti, accendersi ogni furore infuriarsi ogni moltitudine. In Casa poi s’è dovuto combattere con l’animo ambiguo de’ Cittadini in modo, che più volte si lasciò d’assalir il Nemico esterno, per guardarsi dall’intestino. Questa però non è stata colpa di tutti i Trentini: ma solo di quelli, c’hebbero animo di declinar la forza de’ più potenti. Hor, Gratie al Cielo, con la Sapienza del nostro Vescovo, e con la vostra Virtù, quel timor, e male, che si volle roversciar sopra di noi, passò in coloro, che tosto van pagar