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306 Trento

Ne lasciar, che gli agi al tutto superflui servano anzi di scandalo, e di lusso. L’applicatione di tanti Beni laici, e di Chiesa, esser l’unico mezzo, per cavar i Poveri Contadini di lor miseria. Depressi, che siano i Primati, e Vescovi non esser poi difficile abbassare li stessi Prencipi. Quando i Rustici vogliano, esser questa la volta di farsi grandi co’ l’abolir il Governo monarchico, e Aristocratico, e introdur’ il Democratico, ch’è tanto dolce. Non haver, che troppo dominato i Prencipi, dover fare la sua parte anche i Popoli. Quando essi vogliano farla da Huomini, esser’ egli Huomo d’assisterli à spada tratta, à ciò indotto per compassione del loro misero stato, e calamitoso. Si risolvano da vero, e vengano all’Armi, nelle quali consiste ogni ragione. Seguano l’essempio di tanti altri Popoli, che di schiavi, ch’erano, si son fatti liberi. Esser’ atto da Pecora l’obedire: impresa da Leone il commandare. Facciano animo; il Cielo secondar’ l’Imprese di gran coraggio; e questa, ch’è giusta, non poter’ non essere protetta.

[Rustici mossi da Lutero, e come.] Con simili impulsi cercò Lutero subornar i Rustici di Germania, & indurli all’Armi, e gli andò fatta; perche il Volgo, che al dir d’Horatio beve con l’orecchio, e s’ubriaca facilmente del vino di libertà, entrato in albasia di Dominare, e di scacciar à forza di preda la propria meschinità, con un cieco furor segue Lutero: il quale se ben poi volle scusarsi co’i Prencipi, non haver Egli instigato i Contadini; in fatti egli fu, che per arrivar à suoi fini, e machine, li sedusse, come mi consta. Gettò egli la Pietra: ma nascose il braccio, e seminò la Zi-