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disperato cerca pur di far cuore à tutti, per indurli à difendere, com’egli dice, la loro Patria. Egli il primo alla testa di que’ pochi, che lo assistono postosi à combattere in mezzo à nemici, doppo valida resistenza riman prigione. E tosto il Capitan di Provincia in mirandolo con occhio di sdegno così lo sgridò: A questo passo t’hà ridotto l’insolenza di tua Fortuna. L’Armi da te mosse fellamente contro la Patria fan conoscere la tua folle temerità. E l’eccesso di Sacrilega fellonia da te machinato contro il Vescovo ti publica Reo di lesa maestà. La morte da te data à gl’Innocenti con una notte d’iniquità ti rende indegno di vivere li tuoi giorni. Tu stesso perciò sarai il Soggetto d’una Tragedia, che andavi rappresentar per altri con tant’ horrore; e questo Popolo da te sedotto à così perfida seditione, sù la Scena del tuo castigo sarà degno spettator delle tue infamie. Impareranno i Posteri dal tuo Essempio, quanto amari siano i frutti di violenta Tirannide. Ciò detto, senz’altro indugio, ò formatione di Processo condotto Bellenzano su la Piazza, per mano di Carnefice vi lascia il Capo; con devolutione de’ Beni, e della stirpe, sì che altro più non vive di Casa Bellenzani, che l’estintione. Tanto è vero, che da una gran prosperità vien l’alterigia, e dove cavalca la superbia monta poi in groppa il precipitio.

Il Vescovo liberato di Carcere si rimise al suo Posto. Li due Camerieri, ò Capellani fatti morir’ Innocentemente consta, che fossero Persone nobili, e, al dir d’Etinger, Parenti dello stesso