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[Crudeltà horribile di Bellenzano.] estorsionedi Processo condannati à morte, si mandano in un Bacile al Vescovo le loro Teste: da questo prologo argomentando il povero Prelato, qual fosse per esser l’Atto ultimo di quella Tragedia.

[Il Vescovo in pericolo della vita.] Trà tanto, per opera, e perfidia de’ Congiurati non regna, che licenza, tirannide, confusione; & il Vescovo trà gli horrori d’oscuro Carcere con singiozzi, e lagrime aspetta di se l’ultime hore. Quando il Cielo, che non mai lascia ne impunita la reità, ne derelitta l’Innocenza, fece che, havendo inteso tal Caso il Capitan di Provincia Henrico Rottuburgo, si risolve per soccorrere à i mali del Vescovo, occorrer’ alla furia del Bellenzano; e liberar Trento da oppressione così tirannica. [Genti venute in aiuto del Vescovo.] Move perciò Henrico con Essercito spedito le sue Armi verso la Città; il che saputo da Bellenzano, senza verun timore si mette in difesa, e radunata in Armi la Popolar moltitudine, egli da quella attorniato in simil guisa così favellò:

[Concione di Bellenzano al Popolo.] Adesso è il tempo, ò Trentini, di far conoscere, che sete Huomini. L’oro della libertà, che meco à forza di ferro vi acquistaste, con le medeme Armi s’ha da difendere. Una grand’ Impresa deve mantenersi con altra simile; ne minor gloria è il saper conservare, che conquistare. Sò, che non soggiace à timore la generosità de’ vostri animi; e per farvi