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[Coraggio del Vescovo Adalpreto.] d’alcun’ apparato di Guerra: ma però tali furono i moti, e gli attentati d’Hostilità, che il buon Vescovo vedendosi in angustie da ogni banda, risolse, sù’l’essempio d’Huomini grandi, ò di soccorrere alla cadente Patria, ò di cader’ Egli stesso, per la sua Chiesa.
[Genti Aussigliarie per la Chiesa di Trento.] Che però, per difenderla, & assicurarla contro gli attacchi, chiamò in aiuto i Carlerij, ò Carraresi, e i Veronesi, ò Scaligeri, à’ quali (per più obligarseli) diede in Feudo Castel Garda. Fece anche venir dalla bassa Germania due Guerrieri Fratelli Rolando, e Rodolfo detti ab Eike, ò della Rovere, di Natione Fiaminghi, di qual Paese credesi, fosse lo stesso Adalpreto.
[Vescovo Adalpreto ucciso, e come.] Hor, mentre bollono le cose in aperta rottura, e che il Vescovo cerca difendere costantemente le ragioni della Città, e ributtar i torti dal Vescovato, per incontro fattogli à Cavallo da Azone Castrobarcense, resta traffitto d’hasta in Val di Lagaro, presso Volano, dove cade estinto. Così ricavo da Innocenzo di Prato, inherendo al Pincio.
[Morte del Vescovo vendicata e come.] Scrive Ambrogio Franco da Arco, che, per vendicar la morte del Vescovo Adalpreto i due Fratelli ab Eike, Rolando in particolare, fece alte prove; nascendo un gran Fatto d’Armi sotto Biseno, dove ferito malamente Azone di Castel Barco restò prigione. Composte poi le cose, co l’intervento di Lodovico d’Austria, il Virtuoso, Azone fù rimesso in libertà, e condannato per la morte del Vescovo à fabricar l’Ala del Duomo di Trento verso Ostro; così scrive Franco.