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anco di Punico, per il transito in particolare de’ Cartaginesi in Italia sotto Annibale.

[Sotto i Romani Cesari.] Al tempo de’ Romani Imperatori, che regnava assolutamente in Roma il parlar latino, si sparse anco ne’ luoghi à quel Dominio soggetti; e ciò più, e meno, secondo che i Paesi s’avvicinavano al Latio, dove era il Cuore di tal Lingua. Sì che Trento, stando, com’è, su le Porte non men d’Italia, che di Germania, haverà ricevuto con il latino Scettro anche l’Idioma misto però di voci, e frasi antepassate, confuse vie più dal Passaggio de’ Cimbri, e de gli Halani.

[Sotto i Goti.] Da i Goti venne à Trento, come in altre Città oppresse da que’ Barbari un parlar Tedesco strano, e stolido; come ancor ne vivono assai dittioni nel Trentino, cioè sù i Monti in particolare di Pergine, e di Pinè, dove, à quel che intesi, si parla per non farsi intendere.

[Sotto i Longobardi.] Per il guasto poi di tanti Barbari in Italia corrottosi l’Idioma latino, si generò l’Italiano volgare qual s’introdusse anco à Trento, e continuò, fin che sopragiunti li Longobardi, da tal Gente si piantò, come una Selva di Voci barbare, massime nel Paese d’Insubria, dove in 200. e più anni studiorono sradicar l’antiche Romane memorie, & altre, che vi trovorono sì di fabriche, sì d’Inscrittioni. [Longobardi corrompono il parlar Italiano.] E non solo alterorono il parlar latino Italiano notabilmente con introdur il loro Lombardo: ma adulterorono fino i Caratteri, scrivendo con certe note, ò tessere à modo loro, come alcune restano à Trento, e molte in altri luoghi di Lombardia, che