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veanticamente. [Vestire, e sua diversità secondo i Dominij.] E ne meno vuò decider, qual fosse di tali habiti il più proprio; se non che giudicarei à favore dell’Hetrusco, e del Romano, condannando trà tutti il Gotico per il più barbaro; il Longobardico per il più strano: Serioso però, e non meno dal contegno, che dal portarsi da que’ Barbari la Barba in foglio.

[Vestire sotto i Vescovi qual fosse già.] E se à Trento, sotto gl’Imperatori di Germania s’introdusse l’Habito Tedesco; sotto i Vescovi ritrovo, che un tempo militò il Vestir alla Svizzera, ò sia Helvetica, ovvero Retica, come in particolar sotto il Vescovo Alessandro Duca di Mazovia, già 250. anni.

[Origine del vestire.] L’uso del Vestire è antichissimo venendo dal primo Huomo, che fù Adamo: ma come provenne à causa della colpa, che risvegliò l’erubescenza con rivoltar la ragione: così non è da stupire, se tal’uso degenera facilmente in lusso, e desta vie più in fomite de gl’incentivi.

Dall’Habito esteriore si scopre l’Huomo interno il più delle volte: come la qualità de’ tagli, e de’ colori suol palesar’ il genio di chi li porta. Nero, Netto, Nuovo è Vestir proprio, dicono per Proverbio i Francesi: se bene però questi co’l’inventar nell’Habito tante mode, vivezze, e varietà, passano anzi hormai per Protei, che per Galli.

L’abuso dunque del Vestir’ è anch’egli antico in Asia massime, & Europa; e non solo appresso la Gentilità: ma anco nel Christianesmo, come n’essaggera trà gli altri S. Gio: Giovanni Giovanni Chrisostomo, e Tertulliano. Il Vestir vano d’hoggi di massime