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di Carlo Magno; benche però non reggessero da se i Cesari: ma per via di Vicarij.

Finalmente da’ Vescovi si resse Trento con Leggi non men religiose, che rigorose; stando nel loro essere di Pastori, e Prencipi, accrescendosi il buon Governo dalla Presenza.

[Antica Religione in Trento quale.] Quanto alla Religione, questa regnò in Trento di Gentilesmo le tre prime età con riti più, e men superstitiosi, secondo il genio de’ Dominatori, e de’ Vassalli, che tutti vivevano lontani tanto più dalla conoscenza del solo, e vero DIO, quanto che adoravano pluralità di falsi Numi ne’ Simolacri. Sin che nella quarta età accettandosi da Trentini, per gratia del Cielo, la luce dell’Evangelio, si sgombrarono le tenebre d’Idolatria, come in appresso si dirà.

[Antichi Idoli di Trento, quali.] Gl’Idoli, che à Trento hebbero colto, ritrovo, che fossero trà’ publici, Nettuno, Saturno, & Apolline, nominandosi anche Giove Capitolino: benche di quest’ultimo non resti memoria, come vive d’Apolline per il Tempio ridotto à S. Apollinare; di Saturno per l’Inscrittione, che si notò; e di Nettuno, oltre il Busto della statua in Castello, io stesso hò visto nella facciata di Duomo verso la Piazza, l’avanzo del Tridente, che accennai. De gl’Idoli privati non si fà nome, ò numero, constando, che ogni Casa havesse i suoi Lari, ò Penati, ò Dei famigliari, che si chiamorono da’ Gentili, acciecati, e delusi dal Padre di menzogne.

Il tempo poi, che à Trento più vigoreggiò l’Idolatria, fù senza difficoltà sotto i Toscani, over He-