Pagina:Tre tribuni studiati da un alienista.djvu/97


82

e peggio anche se non rigavan dritti: disturbava le più alte autorità dello Stato per nonnulla, anche per veri delirii; mandava un giorno, per es., a chiamare il Procuratore del Re, per dirgli: Io non sono Re se non perchè non lo voglio essere: si regoli in conseguenza (sic).

Egli si rifiutò di salutare Sbarbaro, perchè non degno di lui: quando si piega a spedire una sdegnosa e strampalata supplica, in quattro fitte pagine, per essere graziato, la firmò ad uso proprio di Cola di Rienzi: Coccapieller, tribuno di Roma, e difensore di Casa Savoja. — Oh! qui spero non si vorrà dire che così facendo obbedisse ad un uso che corra oggidì; e qui tutti i lettori del Fanfulla, del Fracassa e del Pasquino ricorderanno aver vedute certe firme o biglietti di visita con titoli strambalati e che non finivano mai — del F............. capitano d’un battello a vapore, autore di ecc., e bidello — dello Scottatinge, capitano, commissario, accademico; e ricorderanno che Guiteau pure aveva una facciata intera di titoli nel suo biglietto di visita.

E che quello non fosse un delirio momentaneo, generato dalla dimora dei carcere, nel quale però godeva di tutti gli agi possibili, appare dai discorsi tenuti anche mesi dopo liberatone, discorsi in cui si atteggia a gran Cancelliere di Stato e modestamente rinnova la dichiarazione che non vuole essere Re, nè Papa, nè Capo di Repubblica; — ma che ha un piano liberatore (i mattoidi han sempre un qualche piano) che sarebbe una vecchia rifrittura delle leggi agrarie Romane, che gli deve esser venuta in mente nel leggere i fasti dei Tribuni, e che fu provato, se fosse applicata adesso, darebbe un nuovo suggello al dominio