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maestri la cui posizione fosse non solo comoda ma rispettata, onorevole, noi provvediamo con mezzi anodini, che salvano le apparenze, senza toccare la sostanza; e quanto all’alta coltura, quella che deve illuminare il paese, destare le nuove forze, le nuove glorie, essa minaccia ridursi, per la poca iniziativa di chi è in alto, in un ramo di quell’arida burocrazia per cui, come nel carcere, le persone non sono che numeri.

Anche qui, cedendo alle pressioni parlamentari, abbiamo moltiplicate ed allargate di tanto le cattedre universitarie (con preferenza alle cattedre archeologiche e metafisiche su quelle di scienze sociali, moderne, che mirino all’avvenire e non al passato), che ormai i professori si reclutano, come gli ultimi soldati di Napoleone, fra gli immaturi ed i deboli; ed alle falangi di studenti ignoranti si aggiunsero quelle, peggiori, degli ignoranti docenti!

La Giustizia esiste, sempre, nella lettera della legge; ed esiste senza alcun dubbio anche nelle intenzioni dei governanti, uomini fuori d’ogni sospetto; ma ahimè! cosa può la lettera scritta e la buona intenzione contro il terribile meccanesimo dell’intrigo organizzato e potente sotto l’egida del parlamentarismo?

Oh! se le era difficile tenere in bilico la sua bilancia, quando i despoti eran pochi, come potrebbe riescirvi ora che son più di 500, e resi più sicuri che non fossero i primi, perchè coperti dalla collettività, dalla vernice della libertà, dell’umanitarismo e dalle finezze leguleie, che unite alle grazie, alla giuria, agli appelli e alle replicate cassazioni rendonla spesso incerta,