Pagina:Tre tribuni studiati da un alienista.djvu/70


55

credono camminare nello spirito di umiltà, senza che possano nemmeno resistere ai loro peccati, e salvare le loro anime, e che fantasticano di sapere i secreti arcani e di governare in ispirito tutto che sta sotto il cielo, e se anche cominciano coll’apparenza dell’umiltà, mirano sempre più alle cose terrene che alle celesti. Laonde, amando noi Dio di tutto cuore ed il prossimo come noi stessi, per amor di Dio, ti abbiamo fatto imprigionare come autore di zizzanie e poi per amore dell’anima tua, per curarla».

E più tardi «smettesse quelle stramberie, e qualunque fosse la sua origine, pensasse che tutti siamo creature di Dio, figli di Adamo e fatti di terra, ecc.».

Curiosa lezione di democrazia data da un re Boemo ad un ex-tribuno di Repubblica italiana!

Ma non gli servì, e quando, dopo tante sventure, riebbe una larva del pristino potere, grazie a denari carpiti con una vera truffa, ne avvisava pomposamente Firenze, aggiungendo: «che le donne, i ragazzi, i maschi, i chierici, i laici gli erano andati incontro con palme e olivo e trombe e grida di evviva».

Quei discorsi sembrarono così bizzarri, che il Re Zeffirino non possedendo i documenti poco sopra riassunti, dichiara falso il Polistore che vi accenna 1, fondandosi sul fatto che con tali pazze ed eretiche idee il Petrarca



  1. Il Polistore (Collez. del Muratori, tom. IV, cap. XXXVI, pag. 819) racconta ch’egli, andato a Praga all’Imperatore Carlo, gli dicesse: «Esser ambasciatore di un frate profeta, il quale gli comunicò aver mandato nel mondo il Padre e il Figliuolo di Dio. Ora è tolta la possanza e data allo Spirito