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le occasionavano delle strane sensazioni. Farina sente ogni volta che va alla latrina le voci Cesar tò e punta che lo indussero per disperazione all’omicidio. — Qualche volta cominciano dopo qualche tempo a calmarsi, a dubitare di sè, oppure si trasformano in forma cronica.
In genere però (e ciò illude l’autorità ed il pubblico sul loro stato) hanno un contegno passivo, di difesa; restano tranquilli, anche quando son colpiti da allucinazioni dolorose o da idee di persecuzione (chiudono le finestre per non lasciar entrare il nemico) e in ciò si distinguon dai maniaci e dai melanconici. Solo l’intossicazione alcoolica, il calore o freddo eccessivo, o la opposizione troppo tenace li spingerà a commettere atti assurdi e feroci e per poco tempo. Un certo Gianinetti, cui la vicinanza della Reggia di Moncalieri inspirò delirio ambizioso, credevasi proprietario di quel R. Castello, sposo di una Napoleonide e pacificatore del Tonchino: minacciato stupidamente di multa e carcere perchè non isgombrava abbastanza presto la neve dal suo portone, egli, che credevasi invulnerabile, grazie ad un certo revolver che Re Umberto avea toccato — sparò addosso ai RR. Carabinieri e alle Guardie del Comune, sicchè diè luogo ad una vera battaglia. Eppure egli era presidente di una fiorente Società operaia — e da tutti chiamato come giardiniere modello.
Malgrado il delirio, la preoccupazione esagerata della propria personalità e l’allucinazione, l’intelligenza è spesso acutissima; e scrivono spesso dei libri (uno ne inserii nel Genio e follia) libri che sono, anzi, in opposizione colla loro coltura, colla loro posizione.