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tamento, in cui predomina un delirio parziale che lascia apparentemente integre alcune facoltà del pensiero.
Ben poche anomalie presentano costoro, e ciò solo basterebbe per distinguerli dagli altri alienati così tempestati da caratteri degenerativi; al più soffrono qualche contrattura, specie dei muscoli flessori; più facile è riconoscerli pei gesti speciali, pel portamento, per la truccatura, si direbbe in linguaggio comico, ricercata e altiera nei pretesi re, umile e piena d’unzione nei neo-religiosi, e per la scrittura minuta, studiata, vergata qualche volta verticalmente od obliquamente, con numerosi poscritti, sottolineamenti e con frasi speciali che spesso ripetono, ed a cui annettono un grande significato; hanno, per es., la scottona, la gotta superiore.
Abusano poi nelle parole e negli scritti di simboli che diventano alle volte la loro esclusiva maniera di esprimersi.
Così, p. es., si trovarono da Lazzaretti lunghe striscie di carta su cui erano disegnati cavalli con quaranta gambe e venti ali; un altro megalomano, credendosi dappiù degli altri uomini, sdegnava scrivere colle lettere usate comunemente e parlare coi vocaboli ordinari: quindi aveva una lingua sua speciale da lui immaginata, e la sua scrittura era composta da tante piccole medaglie in mezzo alle quali eravi un simbolo, e sotto una epigrafe esprimente l’idea che voleva indicare. Egli poi si firmava: Padrone del mondo. Quest’individuo fu facilmente riconosciuto come pazzo, ma se egli colle sue idee barocche fosse per avventura riuscito a commuovere qualche turba di ignoranti (come avvenne a Lazzaretti), probabilmente