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si mise in mente di avere il diritto di ferire tutti i preti del suo paese, perciocchè, egli diceva, «il cattolicismo è in opposizione col nostro governo», e poi tutti i pretori, perchè preti e pretori sono uguali; un altro giorno tenta d’incendiare la chiesa, il tutto dopo una serie di liti e proclami molto sensati e giusti, se si vuole, nel fondo, ma non nelle applicazioni.

Ho osservato che tutti questi hanno una forma di scrittura affatto somigliante a lettere molto allungate e che somigliano un po’ a quelle dei vagabondi.

In molti le liti personali si mescolano alle politiche: ed è questa la specie che più si manifesta pericolosa, ai nostri giorni; si tratta in genere d’individui a cui la scarsa coltura e l’estrema miseria non permette di sfogare per la stampa le proprie idee e in cui, direi, mancando lo sfogo, a poco a poco la irruenza delle idee si trasforma in violenza di fatti; tale fu il Sandou, che diede molte noie a Napoleone III ed a Billaud, ed era un mattoide politico; e tali sono pure Cordigliani, Mangione e Sbarbaro.

Perseguitano deputati e magistrati, a cui, quando non riescono nelle liti, attribuiscono l’insuccesso. E stendono la reazione alle più alte autorità, rifiutansi di pagare le multe, insultano i giudici, si fanno gli avvocati di tutti gli oppressi. Buchner (Friedreich’s Blatte, 1870) racconta di uno che fondò a Berlino una società per proteggere tutti coloro ch’erano stati maltrattati dai giudici, e ne mandò il proclama al re.

Monomania (alcuni, con uno dei soliti stupidi grecismi, che giovano tanto... per non farsi capire, la chiaman paranoia) è quella specie di pazzia, senza depressione nè ecci-