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Quasi tutti, nel titolo, tradiscono subito l’indole pazzesca. Basti quest’esempio del mattoide Démons: «La démonstration de la quatrième partie de rien est quelque chose, tout est la quintessance tirée du quart de rien et des dépendances, contenant les préceptes de la sainte magie et dévote invocation de Démons pour trouver l’origine des maux de la France».
Molti hanno il ticchio di mescolare e accumulare serie di cifre alle frasi, il che fanno qualche volta i paralitici. In una matta opera di Sovbirà intitolata 666, tutti i versi sono accompagnati dalla cifra 666: lo strano è che contemporaneamente certo Poter in Inghilterra aveva pubblicato un’opera sul numero 666 dichiarandolo il più squisito e perfetto dei numeri (De le Pierre, op. cit.). — Anche Lazzaretti aveva per alcuni numeri una speciale predilezione.
Un carattere, speciale a costoro ed anche ai pazzi, è quello di ripetere alcuni vocaboli o frasi centinaia di volte anche nella stessa pagina. Così in uno dei capitoli di Passanante il riprovate si ripete circa 143 volte.
Un altro carattere è quello di adoperare una ortografia e calligrafia loro speciale con parole in stampatello o sottolineate e nello scrivere in doppia colonna anche nelle lettere private, oppure in tanti versetti, distaccati come nella Bibbia, o frammischiando puntini ogni due o tre parole, come un certo Bellone, o intercalando continue pompierate, come certo Jasnò, che voleva provare che le articolazioni del braccio formano un tutto colla mano che si mena e semene (semaine) per mostrarci l’analogia colla semaine in cui Dio creò il mondo, gioco tra main e semaine!!