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forse, allora, concentreremo un po’ più le nostre forze, le nostre attività nel sostituire la buona, l’attenta applicazione delle leggi esistenti, sempre migliori appunto perchè non nuove, perchè già studiate, perchè già entrate nelle abitudini a questa eterna vicenda di fare e disfare delle leggi che, mentre mancano sempre allo scopo, ne raggiungono in chi le deve subire, pur troppo, sempre uno, il meno preveduto — quello della sfiducia e dell’indisciplina.

E così nelle questioni penali non ci smarriremo dietro ai miraggi di un Codice nuovo, che muterebbe, solo con imbarazzo dei giudici e quindi con ritardo della giustizia, alcune formole astratte ed accrescerebbe quella mitezza della repressione che è il peggiore dei pericoli, facendo perdere qualche anno di discussioni, tanto più inutili quanto più verbose.

6. Polizia. — Miglioriamo, invece, il nostro sistema carcerario e di polizia, rendendolo scientifico coll’uso dell’album criminale, delle fotografie, dell’antropometria dei criminali, accrescendone1 a mille doppi così l’efficacia, come si perfezionò, rendendola più scientifica, l’arte della guerra; miglioriamo il nostro Codice di procedura in modo che le denuncie siano più facili, che le vittime non abbiano ancora da perdere in tempo ed in istima pubblica e, forse, in denaro per il solo fatto di volersi far rendere giustizia; impediamo che l’ultima delle ricerche sia quella della constatazione del fatto, mentre si lascia la massima libertà alla declama-

  1. Vedi Archivio di psichiatria e scienze penali, vol. VII, 6, pag. 611-612.