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essi, cui il morbo spoglia da ogni misoneismo (v. s.), subodorano da lungi quei mali reali, che, avvertiti dal pubblico, più tardi, lo rendon, poi, meno restio ad accogliere qualunque proposta di cura e ad ammirarli come profeti.

Il primo malanno nostro sta nella mediocrità, nell’esaurimento di forze e d’uomini, che ci viene per reazione alle energie consumate nel 48 e nel 59; anzi, a chi miri più a fondo, nelle quattro grandi civiltà di cui fummo maestri al mondo; noi abbiamo in parte a compagne in questo (triste conforto) le altre razze latine; ma non perciò ci è chiusa ogni speranza di migliore fortuna, e ben lo vede chi pensa ai grandi progressi fatti dai paesi del Sud e dalla capitale in pochi anni.

3. Concetto di Stato. — La piaga più grave, quella che ci rende inferiori innanzi all’Europa, nasce da che in noi la regione, il gruppo, la personalità affogano lo Stato, il cui concetto non persiste se non grazie all’abilità di qualche individuo sopranuotato al naufragio generale degli uomini cui si deve l’Italia, e costretto, per sopravvivere, a barcamenare ora da un lato, ora da un altro, senza quasi più altra mèta nè scopo che di non restare soffocato dalle ondate contrarie.

Certo, se molti fossero questi abili uomini di Stato, e con ampia libertà d’azione, questa sventura, la massima di una nazione, permarrebbe egualmente; ma noi ne soffriremmo assai meno, e l’influenza dei fanatici e dei mattoidi, che tenta loro sostituirsi, non si avvertirebbe.

Il sistema parlamentare, che fu detto da Spencer la