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negli affetti, nell’ordine, od in quello che noi diciamo senso comune, viene compensata nel rigoglio di altre facoltà, la fantasia, la memoria, p. es., la passione estetica.

Così Winslow conobbe un gentiluomo, incapace, quand’era di mente sana, di fare una semplice somma, che diveniva un famoso aritmetico sotto all’accesso maniaco; così come una donna, poetessa nel suo manicomio, ritornava, guarendo, la più prosaica delle massaie (p. 207).

Un monomaniaco di Bicêtre si doleva, con questi bei versi, della sua triste prigionia (Moreau):


Ahi le poète de Florence — N’avait pas dans son chant sacré
Revé l’abîme de souffrance — De tes murs, Bicêtre exécré.


Esquirol racconta come un maniaco, durante il periodo acuto del male, inventasse un cannone che venne adottato.

Morel curava un pazzo, soggetto a vere ebetudini intermittenti, prima delle quali componeva delle belle commedie.

Un altro pazzerello curato dal Verga, avea fantasticato, nel e pel suo delirio, con molto ingegno, se non con verità, l’etimologia di Senavra, da Sen-avrà; un medico, figlio d’un grand’uomo, colpito dalla follia, inventava, con molto ingegno, e, non dirò, per onore dell’armi, giustezza, che farmacia deriva da far-marci e medico da ocidem.

G. B., nipote di un celebre letterato, ammattito (mania), un giorno che gli prescrissi un decotto di