Pagina:Tre tribuni studiati da un alienista.djvu/147


132

ben si comprende come essa possa aver perdurato fino ad ora nella sola città che vi diede la culla e in cui più a lungo permase con forma legale nel mondo.

È un fatto ammesso dagli storici, dai Romanisti e dai politici, e basta citare Machiavelli, Mommsen, Bonghi e Schupfer, che quest’istituzione meravigliosamente semplice e senza riscontro con alcun’altra, servì di così mirabile contrappeso alla prepotenza patrizia, che era pure aiutata dalla ricchezza, dall’intelligenza, dalla tradizione, e, quel che è più, dalle leggi, da impedire le inevitabili guerre civili, che sfasciarono le nostre repubbliche medioevali, da permettere una vera eguaglianza civile, pur lasciando, per molto tempo almeno, il potere alle classi più colte, finchè, degenerando, provocò la demagogia ed il cesarismo. Essa fu, dunque, un potente fermento delle sue glorie e delle sue ruine.

Il tribuno rappresentava quello che è per noi la opposizione parlamentare, la stampa e la Cassazione.

I tribuni, che non potevano esser scelti se non nelle classi popolari, fecero, quasi si può dire, da codice vivente e da magistrato permanente quando codice e magistratura vera mancavano, e tutto era nell’arbitrio dei patrizi, e quando i creditori patrizi esercitavano le più crudeli torture sui debitori, tal che il popolo, per sottrarvisi, rifiutò di andare alla guerra (282), e creando una secessione, una vera città plebea, minacciava di non più riunirsi se non si davano loro questi diritti, Essi fecero da valvola di sicurezza e da anello tra nobili e plebe, e fecero, come nota Machiavelli (Decadi, III), che gli uni s’avvantaggiassero delle forze degli altri senza elidersi.