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dei fiori tranne il profumo, tutto degli animali salvo il moto: e’ sono filosofi sordo-muti che solo espongono a gesti le loro idee.

Ma l’arte è una sì gran maga; essa crea un sole che brilla per tutti come un vero sole; e quelli che vi si accostano, anche i men degni, anche i grotteschi, riportano seco qualche po’ del suo calore e della sua luce.

Questo fuoco rapito imprudentemente dal cielo, che i mattoidi serban riposto nella loro pupilla, li rende spesso pericolosi, più spesso ridicoli; ma la loro esistenza ne acquista una serenità grandiosa, uno sprezzo del male, una grazia a soffrirlo, che le altre miserie non conoscono, e che li fa ammirare dai più.

La chimera dall’ali dorate loro illumina e riscalda la via.

Si direbbero pellegrini d’Oriente in marcia verso una Mecca incognita che sfugge loro dietro l’orizzonte.

Nulla li scoraggia, nè la malattia, nè la disillusione, nè il freddo, nè il caldo, nè la fame: ci s’affrettano e non giungono mai».

Ma, intanto, codeste mirabili parvenze del genio bastano ad illudere le menti volgari. Ed ecco lì una causa speciale dei rinnovati trionfi del tribuno Romano, anche in confronto del Savonese, a malgrado, in grazia anzi, della sua inferiorità.

E non è la sola.

2. Quando i mediocri, i meno che mediocri preponderano, è naturale che possa destare fanatismo nei volghi chi ha le apparenze dell’uomo superiore.

3. Quando il coraggio delle opinioni va scemando di guisa che molti si fan timidi nel manifestarle, o