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zione or fatta, avrebbe poca importanza. Invero: che una mandria di pecore, un branco di porci, ecc. beva, mangi, pascoli senza confusione e con ordine o per magistero di bastonate o per opera di vocali comandi del mandriano nulla rileva. Ma trattandasi di società di uomini la questione del mezzo piglia un carattere ben più grave, delicato e complesso. Bisogna, per muovere le volontà libere d’un popolo verso un complesso di fini, eleggere fra i tanti mezzi quelli solo che non offendono il sacro carattere dell’Umanità scolpito in tutti i cittadini d’un libero paese.»
«Voi sacrificate sistematicamente alle esigenze dell’ordine materiale le esigenze dei principii dell’ordine morale. E tremate per ogni lieve scompiglio. Insensati! Voi v’impaurite sopra ad ogni cosa dei pericoli che corre l’ordine materiale della Nazione: ebbene! Un illustre conservatore, il Tocqueville, vi insegnò, che il vero pericolo delle nazioni democratiche non è l’anarchia, il disordine delle strade, ma sapete quale è? Precisamente quello che voi custodite con tanta sollecitudine, quello a cui sacrificate dignità di patria, indipendenza di giudici, moralità di stampa, decoro di Governo, l’Ordine materiale che per voi è il capolavoro della politica e dell’amministrazione! Imbecilli!» (Forche, 22).
Nella Libertà ribadisce con Cavour e La Farina che, tutte le più grandi rivoluzioni sono, in fondo, economiche perchè le più nobili idee per divenir fatto hanno dovuto congiungersi col soddisfacimento dei naturali bisogni.
E bella, per quanto rettorica, vi trovo quest’osservazione: «Un pubblicista francese parla del paganesimo