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umane. Essa è un effetto degli eccitamenti psichici che seguono alle iperemie cerebrali e li fanno, per un momento, per un troppo breve momento, essere simili ai veri geni sotto l’estro creatore. Anche Lazzaretti scrisse: «Uno spirito agisce in me non proveniente dall’uomo con ispirazioni istantanee». E nel suo manifesto ai popoli diceva: «Quando voi apprenderete che un uomo povero ed oscuro si annunzia come il Cristo, dichiarando che è sortito dalla razza dei re dei re, voi sarete nella stupefazione, e direte che ciò ripugna all’orgoglio dell’uomo; eppure è così, e di quell’avvenimento fu già profetato, e in tutti i libri si parla di questo modello di virtù che deve mandare al mondo, e che non è altri che lui» (Archivio di psichiatria e scienze penali, vol. I, p. 34).
E altrove: «Iddio ha donato alla Chiesa ed alle nazioni un principe, un monarca che tu ancor non conosci, nè altri il conosce perchè è oscuro al mondo. Esso scenderà dai monti tenendo in mano il vessillo della redenzione dei popoli, ecc.». «Dio suscitò dalla polvere un grand’uomo che difenderà i vostri diritti. Quale armata potrà resistergli?» (Id.).
Guiteau scriveva: «Io fui sempre un operaio di Dio. Dio ha ispirato i miei atti come nel sagrifizio di Abramo; coloro che attentano a me saranno puniti di morte». - Più tardi aggiunse: «Il Giurì deve decidere se io fui o non fui ispirato». Richiesto che cosa fosse l’inspirazione, risponde: «Quando la mente è posseduta dalla divinità suprema e agisce fuori di sè. Da prima mi faceva orrore l’idea dell’omicidio, ma poi conobbi che era vera