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nello stesso tempo uno scroccone e truffatore abilissimo (Vedi Genio e Follia, pag. 350).
Insomma costoro, pazzi certamente nei loro scritti e, molte volte, più di quelli dei manicomii, lo sono poco negli atti della vita, dove mostransi pieni di buon senso, di furberia ed anche di ordine; onde accade loro il rovescio che nei veri poeti.
Quattro sono professori, uno anzi d’Università; tre Deputati, uno Senatore, nè è meno strampalato; uno è Consigliere di Stato, uno di Prefettura, uno della Corte di Cassazione, tre Consiglieri provinciali, cinque preti, e quasi tutti vecchi e rispettati nella loro carriera (Genio e Follia, pag. 156).
E così Coccapieller: mentre è megalomaniaco negli scritti, negli atti della vita, nei contatti sociali mostra tale finezza, presenza di spirito, e duttilità, da conquistarsi l’animo dei potenti e delle plebi, il che non è dato certamente che ai furbi.
Nè è a negarsi che egli non abbia coi suoi giornali portato qualche vantaggio; chè, molte volte, seppe colpire nel vero e smascherare persone le quali coprivano colla bandiera ultra liberale un animo vile e rapace, Lopez, per esempio.
Ma, anche in quest’impresa, che fu certo utile e coraggiosa, e in cui non è difficile abbia avuto aiuto da quei partiti da cui pareva più alieno, egli si condusse con una violenza e con una fraseologia veramente pazzesca.
Così, senza analizzare la grammatica, che è sempre un poco in difetto in costui, gli troviamo frequentemente (per es., n. 123, 129 e 157 di Ezio) molte