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9.° Di rendere, passando per Fusina, doppiamente lungo, costoso e difficile il passo della Laguna, come appare dalle riflessioni dell’ingegnere Meduna esposte già in questi Annali; al che si aggiunge la perdita del giornaliero necessario passaggio tra Mestre e Venezia.
10.° Di urtare contro la frontiera del Po invece di perforare il cuore del Regno, il che involge inoltre tutte le complicazioni daziarie del circondario confinale.
11.° Di toccar luoghi men bisognosi di comunicazione, essendo tutti attraversati da vie d’acqua; quali sono la Bassa Adda, il Po, il Basso Ollio, il Basso Mincio, la Fossa d’Ostilia, il Naviglio di Legnago, l’Adige, il Frassine, il Canal d’Este, il Canal di Cagnola e Bovolenta, il Bacchiglione, il Brentone, il Taglio Novissimo. Al contrario le provincie superiori di Bergamo e Brescia e il paese fra Vicenza e Verona non hanno comunicazioni d’acqua nè con Venezia e Trieste nè con Milano, e ne hanno gravissimo bisogno.
A prima giunta si direbbe che la proposta dei tre progetti accresce le incertezze. Ma se ci raccogliamo a considerarne la parte più importante, vediamo che l’esimio ingegnereNoi vorremmo che questo studio si facesse pel primo; e che gli si facesse succedere lo studio del terreno tra l’Adige e Vicenza; e ciò unicamente in mira alla possibilità del passaggio ed alla necessità di opere straordinarie per effettuarlo. Riconosciuta la possibilità di questo progetto sui punti più scabrosi e compiutane la censura militare, si potrebbe passare alla redazione e stima dell’intera linea, senza gettar tempo, credito e denari nello studio di linee troppo riprovate da ogni buon principio statistico ed amministrativo. Che se considerazioni d’ordine elevato condannassero assolutamente e senza modificazione la linea delle sei città: noi crediamo fermamente che sarebbe miglior partito rinunciare affatto all’impresa; giacchè nessun ripiego d’arte e nessun talento di ingegnere potrebbero ottenere la certezza che le altre linee compensassero i rischi dell’immenso capitale ch’esse dimandano.