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Il Progetto Secondo è in sostanza la nota linea delle campagne, la cui sconvenienza è già dimostrata; cosicchè si può affermare che non giungerebbe a pagare l’interesse del denaro. L’unica modificazione introdotta di nuovo si è che mentre nel primitivo progetto si era imaginata una linea retta da Milano al Mincio, in questo si sarebbe spezzata in tre tronchi ad angolo; cioè da Milano a Rivolta, da Rivolta a Quinzano; da Quinzano al Mincio. Ciò porterebbe due altri inconvenienti: 1.° Di allungar la linea di circa 3 miglia. 2.° Di perdere Soncino. Quindi può dirsi: la infruttifera linea delle campagne con qualche spesa di più e qualche rendita di meno.
Il Progetto Terzo va per Lodi,1.° Di esser più lungo alcune miglia, con accrescimento nelle distanze e nelle spese di costruzione, di conservazione e di esercizio.
2.° Di preferir Lodi, Cremona e Mantova a Brescia, Verona, Vicenza e Padova, perdendo così centomila cittadini che dovrebbero dare almeno un annuo milione di lire.
3.° Di preferire distretti quasi meramente agricoli e poco popolati a distretti assai più popolosi, manifattori e trafficanti.
4.° Di allontanarsi dai laghi, dai bagni, dai santuarj, dalle grandi fiere, dalle cave dei combustibili e dalle città visitate da maggior numero di stranieri come Brescia, Verona e Vicenza.
5.° Di non toccare in tutto il continente Veneto nemmeno una città e di servire quasi unicamente alla Bassa Padovana senza servire a Padova.
6.° Di non toccare per una trentina di miglia da Monselice a Fusina quasi alcun villaggio che giunga a mille abitanti.
7.° Di esser condotto tutto per intero fra i canali d’irrigazione e gli argini dei fiumi con necessità d’immenso terrapieno e gravi complicazioni giuridiche.