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VII.


Giulio diede subito importanza a quel che gli aveva detto la cognata. Ma da solo non riesciva a vedere come avrebbe fatto a fingere che la ragazza avesse almeno una dote piccola. Era curioso di conoscere il giovine; e aspettava, da un giorno all’altro, che capitasse in bottega; perchè, certamente, avrebbe dovuto prima parlare a lui. Ma, poi, non volle preoccuparsene troppo; perchè, convinto che tutto ormai gli dovesse essere contrario, si racchiocciolava e non desiderava più che la sua sfortuna, mutasse; e aveva perduto ogni senso di volontà. Però, fu di parere di dirlo ai fratelli: Enrico rispose che non ci credeva e che si trattava molto probabilmente d’una fisima da donnicciole, e Niccolò garantì