Pagina:Tre croci.djvu/89


— 77 —


— Andremo a letto prima.

— No: voglio stare al buio, con la finestra aperta. Voglio provare così!

Dalla finestra della loro camera, si vedeva la campagna, tra Porta Ovile e Porta Pispini. Ma era già troppo buio, e la campagna doventava di un colore cinerognolo tutto eguale. Soltanto dove cominciava, il cielo rimaneva come un lungo taglio più chiaro; che, però, affievoliva. Il vento frusciava nei giardini e negli orti, a piè delle case; dentro la cinta delle mura di Siena. Si sentiva chiudere qualche persiana, sbattendo; e c’era un piccolo eco affilato e rauco, che ripeteva pazientemente in fondo agli orti quel rumore; come se andasse ad appiattarsi laggiù; dove gli archi della fonte di Follonica s’interrano fino a mezzo; impiastricciati di muschi, che si sfanno con il tartaro dell’acquiccia. L’erta delle case, silenziosa, morta, non sentiva le foglie di un gran tiglio, sotto la finestra della camera, staccarsi l’una dopo l’altra; senza che potessero smettere più.