veniva via. Era proprio sicuro che non si sarebbe ammazzato! Ci legò la fune, a nodo scorsoio. Poi, ridiscese dallo sgabello e si mise a guardarla da tutte le parti; sentendo la voglia di sorridere. La guardava scherzando; ma pensò di toglierla perchè aveva paura che le avrebbe dato retta, mettendoci il collo dentro. Egli delirando le parlava, perchè non lo tentasse. Ma non osava più toccarla. Egli disse: «La lascerò qui per sempre. Perchè si veda a che punto mi sono ridotto.» Era ormai come un pazzo; e appuntellò la porta per paura che venisse un branco di gente a buttarla giù. Non dovevano tardare molto. Li sentiva venire, da tutte le parti. Non c’era più modo di resistere: i puntelli saltavano via. Su la cassapanca, tutti quegli oggetti falsamente antichi gli dissero: «Tu sei uguale a noi!
È inutile che tu cerchi d’evitarci!». Egli rispose a voce alta: «Aspettate, faccio una firma». E vide la sua firma falsa saltellare sul pavimento. Si chinò per chiapparla; entrò con la testa sotto gli scaffali: