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ch’essi da prima stavano bene; poi, a poco a poco, la libreria aveva sempre fruttato meno.
Giulio si mise il tubino, dopo averlo spolverato con il gomito; stette un poco incerto a esaminare la cambiale aperta su lo scrittoio; si grattò vicino alla bocca, la prese e se la mise in tasca. Niccolò lo guardava, imprecando e bestemmiando.
— È inutile bestemmiare.
— Che devo dire, allora?
— Niente. Rassegnarsi.
— Ma io in galera non ci voglio andare!
Aveva la voce forte e robusta, e quando gridava a quel modo non si sapeva se faceva sul serio o per canzonatura. Allora anche a Giulio era impossibile sentirsi afflitto e umiliato. E rispose, con la sua pacatezza di uomo educato:
— Ci metteranno me in galera! Sei contento?
Ma Niccolò gridò:
— Torna presto, perchè io qui dentro non voglio che mi ci venga un accidente!
Giulio, tenendo la mano in tasca do-