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Ma al Nisard questo parlare non piaceva; e, arricciando il naso, si discostò dal libraio senza dirgli niente. Quegli seguitò:

— Io, questi pochi minuti che sono stato con lei in Fortezza, ho capito come vivevo per tanti anni di seguito. E non vorrei ricominciare da capo. Pare che la nostra memoria sparisca e poi si faccia anche più viva di quel che non ci aspettiamo noi.

Il Nisard storceva la bocca; e, ridacchiando, disse:

— Capisco! Capisco!

Ma egli avrebbe voluto dirgli: «Ero venuto con lei per la curiosità che ho di sapere tutta la storia delle cambiali; e invece, lei mi fa di queste divagazioni fuori di luogo; che sembrano sciocchezze d’una mente alterata!». E, per non trovarsi più a disagio, disse che doveva, lasciarlo, per tornare a San Domenico; a vedere una tavola di Matteo di Giovanni, ch’egli studiava. Andò in chiesa ridendo e proponendosi di raccontare tutto,