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dal Corsali, che avrebbe voluto non essere lì, per paura che poi i Gambi si sarebbero rifatti sfogandosi contro di lui, Niccolò si fermò di botto, sbiancando come se dovesse venirgli male; e Giulio cadde un’altra volta in deliquio. Il Nicchioli disse a Niccolò, senz’essere sicuro che egli l’ascoltasse:
— Avrei diritto di dirvi quel che penso e tutto quel che volessi, ma ho compassione di voi!
Niccolò fece un gesto, come per trattenerlo e per accennargli Giulio abbandonato addosso alla scrivania; ma il Nicchioli non volle sentire niente, e rispose:
— Non ce n’è bisogno. Mi aspettavo più coscienza!
Il Corsali, che si teneva a una certa distanza, gli aprì la porta; e, prima di escire anche lui, disse:
— Più tardi tornerò!
Allora a Niccolò venne da ridere; ma a vedere il fratello come un morto s’infuriava; e lo sollevò di peso, accomodandolo su la sedia. Egli pensava: «Ci