Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 139 — |
nessuno avrebbe contraddetto, disse ad Enrico:
— Vai a prenderla!
Restati soli, Giulio e Niccolò sentivano l’uno per l’altro una tenerezza che pareva una cosa sola con la loro collera. Anche Giulio, ora, era più spigliato; e, quando venne la cambiale, la stese subito su la scrivania. Scelse una penna che faceva bene, e la provò con l’unghia del pollice; ma, siccome gli tremavano un poco le mani, disse:
— Prima è meglio ch’io mi calmi!
Gli altri due fratelli, appoggiati agli scaffali, gli stavano attorno. Giulio accese la sigaretta; e, fumatala mezza, disse:
— Ora sono in ordine!
Si strinse forte le mani insieme, poi un dito per volta della destra; tuffò la penna, guardò che non fosse inchiostrata troppo; e, tenendo ferma la cambiale con la sinistra, cominciò la firma. In quel momento si entusiasmava; e, benchè si sentisse sempre rimescolare e come un’interruzione nella sua coscienza, non avreb-