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s’erano affilate e parevano fatte soltanto di tendini. Niccolò non voleva essere distornato dal guardarlo, aspettando; e preparandogli un risolino. Ma Giulio disse, con una dolcezza rassegnata:

— Farò un’altra firma falsa.

I due fratelli che s’aspettavano di meglio, restarono zitti; quasi contrariati. Giulio sentì che avevano ragione, e non aggiunse altre parole.

Allora, Enrico disse, con una certa vivacità che credeva approvata da Niccolò:

— Se non trovi un santo più fidato!

— Non abbiamo fatto così le altre volte?

— Ma.... sarebbe tempo di smettere.

Niccolò si drizzò e disse a Giulio, andando alla scrivania:

— Dammi quel che ci vuole per comprare la cambiale: ci vado io.

Enrico disse:

— Aspetta! Riflettiamo, prima!

Allora, Giulio rimise i soldi nella ciotola di legno; pigiandoci la punta delle dita sopra. Niccolò sembrava abbo-