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almeno per un poco di tempo alla libreria; e, il lunedì, sebbene non ce ne avesse bisogno, andò alle sue tenute di Monteriggioni: così, se lo avessero cercato, non lo avrebbero trovato in casa. Bisogna essere buoni, ma fino a un certo punto!

Il lunedì mattina, tutti e tre i fratelli si trovarono nella libreria. Enrico bofonchiava abbacchiato ed immusonito; con gli occhi gonfi e pesti. Cavò l’orologio dal taschino e disse:

— Oh, a presentare la cambiale, c’è ormai due ore sole!

Niccolò, che stava a capo riverso su la sua sedia, sbattendo i denti insieme, gli fece una sghignazzata rabbiosa e gridò:

— Tu stattene cheto!

Giulio si raccomandò che non si mettessero a imbastire un litigio, perchè gli avrebbero fatto perdere di più la testa.

Egli era sempre mite; e restava assorto a almanaccare la via di scampo più prudente. Si teneva il mento con una mano, e non alzava mai gli occhi. Le mani gli