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che dubbio se avesse dovuto stare insieme con Giulio. Ma si portò almeno un centinaio di ragioni, l’una migliore dell’altra; che lo approvarono. «Avrei poco giudizio se io me la prendessi prima del tempo! Per oggi, è bene ch’io abbia fatto così.»
Quando il treno arrivò, era vicino a buio; e Niccolò non si sentì nessuna fretta di andare a casa. Lasciò passarsi avanti tutti gli altri scesi alla stazione; seguiti dai facchini con le valigie in spalla; ed egli guardava Siena come se la vedesse per la prima volta. Era tentato, perfino, di domandare quale strada dovesse prendere! Si fermò, con le mani dietro la schiena, a guardare la basilica di San Francesco; già scura d’ombra.
Dirimpetto, nè meno a mezzo chilometro, il pendio d’una collina era invece ancora chiaro; e, tra essa e la basilica, la vallata che s’allarga in pianura, non smettendo fino ai monti lontani, era azzurrognola e placida; con anche certi colori di grigio quasi bianco. Un cipresso, da