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non sarei più libero come mi credo; ed io, perciò, mi sono illuso da vero di godere e di soffrire soltanto per un effetto della mia coscienza. La paura che io ho di sbagliare a prendere qualche decisione, l’impossibilità anzi di prenderla, è la causa della mia indifferenza. Non vale, dunque, la pena ch’io soffra; perchè non soffro soltanto per me ma anche per gli altri. Io vivo così perchè essi vivono insieme con me».

Allora gli pareva possibile cedere e trasmettere la sua sofferenza a qualcuno di loro; ed egli ritrarsi verso qualche punto, dal quale avrebbe potuto soltanto assistere. Non vide più perchè egli avesse dovuto continuare a vivere, e il desiderio della morte gli parve preferibile e necessario. «Essi mi fanno morire, senza ch’io abbia il diritto di rifiutarmi. Anzi non mi preparo nè meno a rifiutarmi. E perchè?» Ma il perchè non lo trovava; e, a forza di pensarci, gli vennero in mente altre cose, che con quella domanda non avevano più nessun legame. Almeno,

TOZZI. Tre croci. 9