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dare. Aspettando l’ora dell’appuntamento s’era sempre più persuaso che a chiedere al Nicchioli un’altra firma si sarebbe compromesso; o, per lo meno, gli avrebbe suggerito un sospetto troppo forte. E, poi, si sentiva con lui di una timidità molle. L’averlo ingannato gli metteva nell’animo il desiderio di compensarlo con una devozione intima e profonda. Ma, standoci insieme, fu tentato; e gli parve possibile che il cavaliere avrebbe annuito a firmare un’altra volta. Era, del resto, il mezzo di salvarsi soltanto per altre poche settimane e basta! Ma quando sentì che gli parlava con quella sua tenerezza vanitosa e saccente, gli disse:

— Domani avrei bisogno da lei di una gentilezza che mi ha fatto un’altra volta.

— Se posso, volentieri!

Giulio ebbe un gran rivoltolone dentro, e continuò come se fosse fatale non potersi trattenere più:

— Ci fanno comodo altri denari....

Il cavaliere impallidì, e chiese:

— Quanti?