Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 118 — |
Ma anche di me non te ne deve importare! Sono io che seguo te, se non vuoi che io sparisca alla chetichella. Ora, stiamo zitti, perchè entra il verro!
Enrico, con la sua collottola, dura di lardo e di cotenna, entrò anche più fosco e imbiecato degli altri giorni. Giulio, senza nessun rancore e senza nessuna animosità, gli chiese:
— Che vuoi?
Egli, prima, biascicò senza rispondere; poi, disse:
— Domani è domenica: Vogliamo mangiare una spiedonata di tordi? Li ho visti da Cicia, legati a mazzi. Mi son parsi grassi abbastanza.
Niccolò, allora, bofonchiò:
— Io domani non mangio con voi!
— E perchè? Dove vai?
Niccolò, con un tono da gradassata, insolente, rispose:
— A Firenze. È tanto tempo che non assaggio più i fagioli cotti in forno; come li fanno i fiorentini. Questi di Siena non sono buoni.